“31 anni e una pandemia”. Capitolo 24: Silenzio

⏮️Vai al capitolo precedente

Vai al capitolo successivo⏭️

Giuseppe Turchi

31 anni e una pandemia

 

Parte III
“Perseverare”

24. Silenzio

Ho da poco finito una delle ennesime riunioni su Teams. Questa volta un gentilissimo collega, Francesco, ci ha insegnato come utilizzare al meglio la piattaforma informatica. Ho scoperto parecchie funzioni interessanti, soprattutto per quello che riguarda la creazione di attività didattiche. Formazione in itinere sulle necessità impellenti: ecco quello che serve e funziona! Tanto più se il collega è una persona simpatica che riesce a farti star sveglio con il suo piglio energico.

Mentre attendeva l’arrivo dei docenti, Francesco teneva in sottofondo una musica elettronica con elementi ambient che ha incuriosito un po’ tutti. Era Finnegans Wake dei Tangerine Dream. I riverberi delle chitarre, i sintetizzatori e i cori simulati mi hanno catturato. Non so perché, ma succede sempre così. Ci sono dei suoni che mi suscitano qualcosa che non so ben descrivere, un’emozione agrodolce. Penso alle colonne sonore di Blade Runner, Terminator, Alien, Shining, 2001 Odissea nello spazio. Neanche esistevo negli anni Settanta-Ottanta, eppure ne ho come nostalgia. Perché? Ci ho pensato tante volte e non sono mai riuscito a trovare una risposta.

Adesso sulla schermata di YouTube passano alcuni video consigliati, tra cui la colonna sonora di Mortal Kombat. In meno di un secondo si accende nella mia mente il ricordo di quando, da piccolo, giocavo con l’Amiga 500. Ero solito farlo dai nonni a Cremona perché là non avevo una compagnia e le giornate erano lunghe. Per loro ci passavo sempre troppo tempo. I miei preferiti erano un gioco di ruolo fantasy a tema scandinavo, un simulatore di volo e il picchiaduro Street Fighters. Per quanto la grafica fosse scarna e la personalizzazione inesistente, la fantasia volava dalla mattina fino a sera. Ora che sono grande e i videogiochi sembrano opere cinematografiche, non riesco più a provare le stesse sensazioni, se non in rarissimi casi.

In realtà, non riesco più a giocare. Dedico tutto il tempo a letture e scritture, alla promozione del libro, alla scuola. Ultimamente ho anche poche energie. Mi sveglio presto e mangio poco: una combinazione perfetta per mandare il corpo in riserva prima delle 11. A ciò va aggiunto che la 1^B è una classe estremamente rumorosa. Io e i miei colleghi ci sgoliamo ogni volta.

A essere sinceri, gli altri proff. sembrano reggere meglio l’urto. Se sono stanchi non lo danno a vedere, mentre io non riesco a nasconderlo. Ho mandato a prendere un po’ di vitamine per cercare di tirarmi su. Spero che bastino.

Confusione a parte, non ero mai stato in una prima classe e devo ammettere che è interessante. I ragazzi hanno ancora i lineamenti infantili della terza media. Io provo simpatia per quelli un po’ più chiusi e per quelli ancora ingenui. Mi fanno una gran tenerezza. Ci sono poi quelli più esagitati e arrogantelli, che probabilmente hanno più successo nella vita sociale, con cui faccio fatica a empatizzare. Temo che il mio criterio di giudizio sia egocentrico: io rientravo tra i primi e guardavo con invidia i secondi.

Col tempo ho imparato che basta conoscere meglio i vari soggetti per trovare un punto di contatto. In molti hanno bisogno di attenzioni perché lasciati a loro stessi. Nel complesso sono simpatici, anche se è quasi impossibile far sì che rispettino il distanziamento, il che mi fa imbestialire. Come mi fa imbestialire quando chiedo loro se hanno scaricato Immuni e mi rispondono “Ma chi se ne frega”.

I contagi intanto salgono. 185 scuole sono state chiuse e lo stato di emergenza verrà prorogato fino a gennaio 2021. Le mascherine saranno obbligatorie anche all’aperto. In pratica si sta cercando di arginare la temuta seconda ondata. Di sicuro non potrà esservi un altro lock-down, visto che il PIL è già a -9%. Ma cosa succederà in caso di nuovo picco dei contagi? Sarà una lotta darwiniana per l’esistenza? Può darsi. Non sono in molti quelli che possono permettersi le cure di anticorpi ricevute da Donald Trump.

Dal canto mio ho in programma il test sierologico che l’AUSL offre al personale docente e una gastroscopia – per la prima volta in sedazione, meraviglia! È sempre rincuorante dovermi sottoporre alla tipica routine di controlli di un sessantenne.

Cavolo? Vuoi che sia per questo che sono così nostalgico? Mi pare una spiegazione logica. E adesso che lo so, che me ne faccio? Boh!

Sento il profumo del sapone di Marsiglia che esala dalle coperte stese in mezzo alla casa. Non vedo l’ora di testare la trapunta autunnale.

Tra poco mi farò un buon passato di verdure con due fette di pane di Cassio. Amo questo pane perché ha un che di rustico e una mollica eccezionale sia con i salumi che con i formaggi. Per stare leggero verserò giusto un filo d’olio EVO degli Abruzzi.

Mi accorgo che oggi la natura non mi ha parlato. Nemmeno la Valle è in ascolto. La Rosa di Gerico tace rinchiusa vicino alla TV. Forse non mi fanno domande perché io non le ho interpellate. È come ai tempi prima del lock-down: mille incombenze mi distolgono dalla mia parte più semplice e primitiva. In TV Italia 1 ha finito di trasmettere Doctor House e dedica un sacco di spazio a CSI. Per fortuna che alle 21:20 danno Rambo. Riuscirò a vederlo fino alla fine?

Dovrei fare i riassunti di Lévinas…

Vai al capitolo successivo: Sfumare

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *