Taggato: cura

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Artigiani di pace. Fratelli tutti e la costruzione della fraternità fra nazioni

Per la giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2021 papa Francesco così ha titolato il suo messaggio: «La cultura della cura come percorso di pace». È a partire dalla parola pace, e del suo risuonare dentro la logica della cura, che tento una rilettura dell’enciclica Fratelli tutti. Di Aluisi Tosolini

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Politiche ed interventi per promuovere la salute nelle comunità locali

Il promuovere la salute si articola in tre ambiti fra loro intrecciati: in primis l’ambito formativo, che non deve essere solo limitato alle fasi dello sviluppo (come è stato prevalentemente pensato finora) ma deve potersi estendere a tutte le età della vita (long life learning), in particolare quelle di apprendimento/cambiamento nelle fasi critiche e di passaggio del corso di vita. In secondo luogo, l’ambito comunicativo, inteso sia come comunicazione dialogica e multidimensionale (ossia relazionale) fra gli attori della salute, sia come comunicazione socio-ambientale, ossia informazione disponibile e ‘lanciata’ erga omnes attraverso i media. Il terzo ambito è quello delle politiche, degli interventi e delle risorse ambientali, in altre parole tutte le occasioni che permettono ad una popolazione residente su un determinato territorio di mantenere e sviluppare stili di vita sani, godere di una buona qualità della vita e poter usufruire di pratiche salutogenetiche in modo diffuso e agibile (ossia superando le diseguaglianze e le barriere di reddito, età, genere, cittadinanza, cultura, ecc.).
di Marco Ingrosso

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PROMUOVERE LA SALUTE NELLE CITTÀ: UN INVESTIMENTO SUL FUTURO

di Marco Ingrosso Il cammino della Promozione della salute La Promozione della salute (PS), spostando il suo focus dalla patologia alla salute, costituisce una delle maggiori rivoluzioni concettuali e operative della sanità pubblica dell’ultima...

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SENZA CONFINI. Come ridisegnare le cure per l’infanzia e l’adolescenza

Un documento collettivo dal titolo ‘Senza Confini: come ridisegnare le cure per l’infanzia e l’adolescenza, integrando i servizi, promuovendo l’equità, diffondendo le eccellenze’ è stato redatto da un gruppo nazionale multidisciplinare coordinato dal Centro per la Salute del Bambino e dalla Associazione Culturale Pediatri, due associazioni che da tempo lavorano per migliorare la condizione e i diritti dell’infanzia. L’obiettivo è quello di stimolare una riforma delle cure per il bambino e l’adolescente, proponendo di implementare e rendere diffuse le buone pratiche già attive sul territorio.

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Un ponte per dormire

Com’è possibile negare a una persona la capacità di spostarsi, di muoversi secondo il proprio arbitrio e secondo i propri desideri? Non è possibile o almeno non dovrebbe. L’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite dichiara: comma 1 «Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato». Comma 2 «Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese» (Dichiarazione universale dei diritti umani, OHCHR). La triste verità è che invece sempre più spesso si decide, perché all’interno dei processi decisionali o per semplice e passiva accettazione dei fatti, di negare a molte persone la facoltà di potersi muovere in libertà. Di solito ciò avviene per una combinazione di paura e ignoranza, che scattano quando si tratta di difendere ciò che è nostro o ciò che crediamo ci appartenga. L’Italia e l’Europa hanno costruito un sistema di esclusione del diverso, che anziché agevolare l’inserimento nella nostra società emargina e discrimina. La cosa che fa riflettere è che questo processo avviene a tutti i livelli, da quello europeo a quello del singolo cittadino, che ha assorbito decenni di propaganda contraria all’immigrazione.

Anche nelle singole città, Parma compresa, il Leitmotiv dominante è costituito non tanto dalla volontà di intercettare il disagio

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Cura, prossimità e distanze

di Maria Inglese – La pandemia da coronavirus ha rappresentato un evento-spartiacque in vari ambiti del vivere comune: ha portato lutti, malattie e ferite in diversi nuclei familiari, ha investito il sistema di assistenza sanitaria del nostro territorio impattando soprattutto sui presidi ospedalieri, ma anche sui sistemi di cura e di assistenza territoriali, ha condizionato la tenuta dei legami sociali, il sistema produttivo, l’educazione, la cultura. Si potrebbe usare, a questo riguardo, l’espressione di ‘cambiamento drammatico del Sé’ (Ceretti e Natali), una definizione usata in ambito psicologico per descrivere dei cambiamenti improvvisi e profondi della struttura dell’individuo (quali, ad esempio, una esperienza di violenza o un trauma psicologico); applicato al contesto comunitario e sociale si manifesta con un impatto emotivo violento su famiglie, sui gruppi di lavoro, imprese, aziende, scuole. La comunità è stata ferita e, passata la fase dell’emergenza, diventa necessario occuparsi del ‘dopo’, del ritorno ad una dimensione routinaria, normale. Sapendo che esiste un ‘prima ed un dopo’, che la vita di prima non ritornerà, che la tenuta dei legami e dei patti sociali sono destinati a modificarsi per quanto successo. Nei giorni che sono seguiti all’emergenza si fa più urgente individuare quel ‘dopo nell’ora’.

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La salute (mentale) non basta

di Fabio Vanni – Lo star bene delle persone parte da una propria ‘cura di sé’ che avviene attraverso vari tipi di pratiche che spesso includono altri ‘prossimali’ come familiari, amici, colleghi di lavoro, etc.. Quando questa auto-eco-regolazione non è sufficiente, la domanda di cura si allarga in vario modo e può coinvolgere l’aiuto professionale, quel dispositivo che i sistemi di welfare hanno messo a disposizione dei cittadini per rispondere a questo e ad altri tipi di bisogni che travalicano le possibilità autonome di risposta.