Tempo della scuola, tempo della DaD

di Rosaria Poi

Tempo della Didattica a distanza – DaD

La chiusura delle scuole e la sospensione delle attività didattiche a partire da fine febbraio per la diffusione della pandemia di Coronavirus ha immediatamente posto un problema: come raggiungere i bambini e i ragazzi delle scuole italiane per mantenere la relazione della comunità classe e continuare il percorso educativo e formativo in un momento di crisi sanitaria, sociale, e psicologica. Le Nuove Tecnologie ci hanno dato un immediato supporto, ma ci hanno anche presentato la fotografia di una scuola italiana dove il percorso di digitalizzazione, di e-learning e utilizzo di social media è diversificato.

Uno sguardo all’ Emilia Romagna

L’Emilia Romagna è la regione con il più alto tasso di digitalizzazione della scuola in Italia, grazie all’impegno e agli sforzi dell’Ufficio Scolastico Regionale, di tanti dirigenti scolastici, degli animatori digitali e dei docenti, che hanno creduto nell’innovazione e nella rivoluzione che le TIC hanno portato nel campo della Pedagogia e della Didattica. Tutto bene quindi? Non proprio. Il Piano Nazionale Scuola Digitale ha da più’ di un decennio attivato formazione dei docenti, diffusione di nuove tecnologie nelle scuole e condivisione di buone pratiche. Tutto questo su base volontaria, nel rispetto delle autonomie delle singole istituzioni scolastiche.

Le situazioni e le sensibilità degli Istituti Scolastici si sono dimostrate alquanto diverse per cui ad oggi ci troviamo con Licei, Licei Musicali, Istituti Tecnici Superiori e Istituti Comprensivi molto innovativi che lavorano quotidianamente con una didattica avanzata basata sulle Nuove Tecnologie e hanno attivato corsi sperimentali o altri progetti che sono eccellenze a livello nazionale e internazionale, ma esistono nel contempo altri Istituti Scolastici che non hanno ancora adottato il registro elettronico. Nel mezzo di queste opposte polarità si situano tutte le atre scuole con diversi gradienti di digitalizzazione e di formazione dei docenti.

L’immagine generale che si ricava però è quella di una scuola in Emilia Romagna pronta per la didattica a distanza.

La DaD nell’I.C. Fontanellato e Fontevivo

Per dare un quadro più preciso della Didattica a Distanza posso descrivere quella attuata nell’Istituto Comprensivo di Fontanellato e Fontevivo, in cui lavoro come insegnante della Scuola Primaria e prima collaboratrice del Dirigente Scolastico. La Scuola Secondaria 1 grado e la Scuola Primaria utilizzano nella didattica d’aula quotidianamente le Nuove Tecnologie e l’Istituto ha rinnovato lo scorso anno buona parte delle dotazioni informatiche e multimediali.

Gli insegnanti quindi si sono attivati fin dai primi giorni di chiusura della scuola con la DaD. Le attività didattiche sono state rimodulate per il lavoro a distanza.

L’Istituto ha dato un supporto gli alunni che non disponevano dotazioni informatiche, fornendo alle famiglie in comodato d’uso Pc e tablet, distribuiti dalla Protezione Civile.

Alla Scuola Secondaria 1° grado e nelle classi Quarte e Quinte della Scuola Primaria i docenti realizzano quotidianamente videolezioni sincrone con la partecipazione di tutta la classe, e anche videolezioni asincrone postando sul registro elettronico e le classi virtuali video con le lezioni e il materiale didattico, quasi in modalità Flipped Classroom. Le stesse modalità di DaD avvengono nelle prime tre classi della Scuola Primaria, con la differenza che solo una parte delle classi fa videolezioni sincrone, finalizzate al contatto affettivo- relazionale dei bambini. In questo caso è fondamentale la disponibilità e la collaborazione dei genitori. La Scuola dell’Infanzia finalizza la DaD alla coesione familiare, attraverso l’autonomia dei bambini. Le insegnanti inviano una mail settimanale alle famiglie con schede, video e qualche file audio che affrontano le diverse tematiche infantili: storie, fiabe, feste stagionali, ecc. Tutti alunni diversamente abili sono seguiti con la didattica a distanza dalle insegnanti di sostegno e dagli educatori con attività individualizzate.

La DaD punti di forza e criticità

La situazione di emergenza ha evidenziato alcuni punti di forza della didattica a distanza. Il primo è che la presenza di un sistema scolastico a livello nazionale, pur con qualche criticità, basato su scuole con buone dotazioni informatiche e multimediali, con docenti formati e motivati che ha permesso di poter terminare l’anno scolastico con le attività DaD. Non era un risultato così scontato. Altri punti di forza sono stati un generale innalzamento delle competenze informatiche dei docenti, degli alunni/studenti e dei genitori, l’autonomia conquistata nell’organizzazione del lavoro scolastico dai ragazzi e il rafforzamento del rapporto tra genitori e docenti.

Le criticità iniziali sono state molte: famiglie senza dotazioni informatiche, quindi alunni non raggiungibili dalla DaD. I docenti hanno dovuto modificare le metodologie di insegnamento con l’e-learning e le videolezioni. Le modalità di verifica degli apprendimenti sono state a loro volta modificate e basate sulla fiducia docente – studente. Gli insegnanti hanno vissuto anche altri tipi di difficoltà perché oltre alle videolezioni hanno impiegato una quantità notevole di tempo per scaricare i compiti e correggerli. Il risultato è stato che molti hanno lavorato on line a tutte le ore della giornata, andando in situazione di stress.

Gli alunni diversamente abili sono stati penalizzati dal contatto solo multimediale della DaD, molti hanno vissuto la mancanza fisica dell’ambiente scuola come un fattore di ulteriore isolamento che ha peggiorato la loro situazione.

Tempo della Scuola

Come finirà l’esperienza DaD ? Il Ministero sta elaborando diverse proposte per il rientro a scuola a settembre, in molte è presente l’ipotesi di attività didattiche a distanza. Ci sono nel mondo della scuola e nella società italiana pareri molto discordanti basati su esperienze, sensibilità, culture e opinioni politiche diverse. La Pandemia Coronavirus ci ha mostrato due verità attuali coesistenti, la prima è che la società multimediale è in grado di realizzare l’istruzione dei bambini e dei ragazzi anche con la scuola chiusa, quindi il suo ruolo può essere rivisto e risultare non più centrale, la seconda è che il ruolo della scuola nel percorso formativo è indispensabile per la sua dimensione sociale, affettiva e relazionale e viene richiesto con forza dai bambini, dai ragazzi, dalle famiglie e dai docenti.

Dal mio punto di vista ritengo che il patrimonio di esperienze di questi mesi della DaD dovrà diventare parte della quotidianità del futuro della scuola.

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