Qualche riflessione e considerazione sul libro “L’ultimo Vescovo del Concilio Vaticano I, Evasio Colli Vescovo di Parma (1932 – 1971)” di Don Umberto Cocconi
di Francesco Gianola Bazzini
Questo mio breve articolo non vuole essere una recensione che con molta autorevolezza ritroviamo nella prefazione del Professor Giorgio Campanini, ma una serie di considerazioni e ricordi che la lettura di questo testo mi hanno ispirato, ringraziando l’Autore per avermelo donato. Leggendo questo interessantissimo libro rammento tra le altre cose di essere stato uno dagli ultimi cresimati di Mons. Evasio Colli e il ricordo mi riporta per un attimo a quel periodo dell’infanzia di tanti anni fa. La somministrazione di Prima Comunione e Cresima avveniva nella stessa giornata di una domenica primaverile. Il clima che precedeva quella/e cerimonie suscitava a noi bambini una forte emozione per essere al centro delle attenzioni dei nostri cari: attesa, vestizione, digiuno dalla prima colazione e perché no i regali e le feste a seguire nelle proprie case. La mia chiesa, Il Corpus Domini retta dal parroco di allora Mons. Pietro Boraschi con il suggestivo ed imponente affresco di Walter Madoi nell’abside.
Ma il libro di Don Umberto Cocconi mi ha riportato alla mente soprattutto la figura autorevole del Vescovo Colli che ci accolse con il gesto della sacra unzione nella schiera, come si affermava allora, dei soldati di Cristo. Il testo ripercorre la storia del lungo episcopato, più di trent’anni, attraverso la prosa che ben conosciamo, ricca di approfondimenti e nello stesso tempo di piacevolissima lettura. Don Cocconi non indugia in una analisi critica del pensiero e della parola del Vescovo, di cui riporta numerose ed interessanti frammenti. Attraverso le sue pagine si ripercorre una parte considerevole della storia della Chiesa di Parma ma non solo di quella. Viene infatti sottolineato il ruolo del presule al di fuori dello stretto ambito della diocesi: il suo impegno nell’Azione Cattolica in cui per diversi anni riveste il ruolo di Direttore Generale, valorizzando il ruolo del laicato cattolico militante come parte fondamentale, con la sua presenza radicata, della Chiesa di Roma; non solo ma si ricorda la sua presenza attiva e a volte critica al Concilio Vaticano II, voluto con forza da Giovanni XXIII, suo compagno di studi teologici. Colli ci è descritto come figlio del suo tempo con le sue posizioni a volte conservatrici. Figlio si può dire, come ci ricorda l’autore nel titolo, del Concilio Vaticano I[1] in cui emersero istanze critiche verso le ideologie imperanti e nascenti dell’epoca. Vescovo dialogante con le autorità civili, anche nei periodi più bui della nostra storia, con l’intento di aiutare e proteggere la sua comunità di fedeli, ciò che gli varrà il rispetto di tutte le componenti politiche e sociali della nostra realtà. Alla sua figura sono dedicate una chiesa Sant’Evasio ed una via della nostra città. Il libro di Don Umberto Cocconi merita sicuramente di essere letto per la sua ricchezza di riferimenti, per la sua prosa coinvolgente di autorevole studioso, per i tratti coinvolgenti dello scrittore di spessore.
Il testo edito da Morcelliana di prossima pubblica presentazione, si può al momento acquistare presso la Chiesa di San Tommaso in via Farini a Parma quale centro collegato alla nostra Università.
Don Umberto Cocconi, cappellano presso l’Università di Parma, è docente presso l’Istituto Interdiocesano Superiore di Scienze religiose dell’Emilia. Tra le sue pubblicazioni: Chiesa e Stato a Parma durante l’Unità d’Italia. L’Episcopato di Mons Felice Cantimorri (1851 – 1870) 2011; Preti Patrioti Parmensi durante l’Unità d’Italia: pensiero e azione di Don Cristoforo Gallinari prete patriota (1792 – 1877) 2011; La lebbra dell’anima. Gherardino Segarello e il movimento degli Apostolici a Parma 2018.
In calce:
Nella storia dell’Italia cattolica del Novecento, Evasio Colli, per una breve stagione vescovo di Acireale, e dal 1932 per diversi decenni, vescovo di Parma, è stato una delle figure più autorevoli dell’episcopato italiano preconciliare.
- Il Concilio Vaticano I fu convocato da Papa Pio IX con la bolla Aeterni Patris nell’estate del 1868, non fu mai chiuso a seguito della presa di Porta Pia e della guerra Franco Prussiana (1870) e quindi del venir meno della protezione francese sullo Stato Pontificio. Lo chiuderà Giovanni XXIII prima di aprire il successivo Vaticano II quasi cento anni dopo (1960). E’ ricordato soprattutto per due importanti enunciazioni: il primato della Chiesa di Roma sulle altre chiese cristiane, l’infallibilità del Papa nelle sue pronunce ex cathedra, oltre naturalmente per la condanna di liberalismo, materialismo, razionalismo. ↑
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