La Cittadella di Parma e la sua riqualificazione: il parere di tre professori universitari

Articolo di Repubblica Parma

-di Alessandro Bosi

È così necessario mettere la democrazia alla prova della Cittadella?

Intendiamoci: le nostre istituzioni non corrono alcun rischio per le decisioni che verranno prese sul parco più vissuto della città. Ma non è forse da prove come queste che una democrazia può uscire snervata? Quando, come ora, non vi sono alle porte eserciti che la stiano minacciando, la tenuta democratica si misura con una quotidianità di atti concreti nei quali sia confermata la misura e la saggezza dei suoi governanti.

Ogni generazione ricorda quando ha contribuito, col dialogo e col confronto, a far nascere qualcosa che nella città sia rimasto come un segno di effettiva partecipazione.

La partita sulla Cittadella si gioca su questo terreno ancor prima che sulle ragioni di spostare i giochi per i bambini, di sostituire il verde con materiali neodenominati, ma che sanno sempre di cementificazione, di spendere soldi per un disegno concepito prima della pandemia senza considerare quel che stiamo vivendo.

Scritto da esperti, c’è sempre un master plan da sventolare sotto il naso di chi non se ne intende. Ma nessun master plan può essere usato per pronunciare con enfasi che carta canta e villan dorme: comunque lo si chiami, quel documento non è che un progetto e nessuno può conferirgli la natura di un fatto accaduto del quale bisogna prendere atto. E i progetti si misurano con le idee che li sostengono e con le cose che accadono per davvero mentre ancora sono progetti e di continuo li indirizzano perché si concretizzino in un modo o in un altro. Sul progetto in questione, elaborato nel 2017, c’è da chiedersi: è successo, da allora, qualcosa che lo riguardi, che ci induca a ripensare come e quanti soldi spendere? Un progetto elaborato prima della pandemia non può contenere quel che la pandemia ci ha insegnato. Le popolazioni di bambini, genitori e nonni troveranno gli spazi concepiti come se nulla fosse accaduto nel frattempo? E, nel frattempo, come nulla fosse accaduto, l’idea di Cittadella resterà quella del 2017, di uno spazio per eventi e turisti?

Misura e saggezza vorrebbe che, prima di mettere mano al progetto, si riflettesse su quel che stiamo apprendendo da questi giorni e su quel che di continuo andiamo tutti ripetendo, che non si tratta soltanto di superarla, la pandemia, ma anche e soprattutto di tener conto della sua lezione, di capire quali danni ci vengono dal forzare la natura, dal concepire le popolazioni come greggi da riunire, in quantitativi sempre più grandi, per averne più grandi profitti.

La lezione di questi giorni non viene da una malattia, da una fonte perversa, ma dalla natura in persona, da Madre Natura, vien da dire in un empito di retorica. E Madre Natura ci fa capire, se vogliamo capirlo, come, a riunire masse eccessive in luoghi definiti, siano essi strade, autostrade, scuole, fabbriche, ospedali o grandi spazi commerciali si finisce sempre per rimetterci. In salute e in soldi.

Alla prova della Cittadella garantiamoci una bella prova di democrazia.

Alessandro Bosi

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