Rassegna estiva “Superba è la notte, la poesia incontra la musica”. 9 Luglio 2020 “Bertolucci, Pasolini: vicini di casa”.

Giovedì 9 luglio uno sguardo inconsueto su grandi personalità del ‘900, ad opera dell’Associazione Culturale La Musa; il lungo e fecondo rapporto di amicizia che si venne a creare tra la famiglia di Attilio Bertolucci e Pier Paolo Pasolini, raccontato in un Reading poetico musicale di 50 minuti con tre lettori: Luisa Pecchi (anche alla chitarra), Piergiorgio Gallicani, Giovanni Martinelli. Costruito da Giovanni Martinelli tra informazioni di vita, versi dei due poeti, frammenti di circostanze familiari che li unirono, canzoni e improvvisazioni musicali eseguite dal vivo con chitarra acustica. Alle h. 21,15 nel Cortile d’Onore di Palazzo Cusani, per la rassegna estiva “Superba è la notte, la poesia incontra la musica” della Casa della Musica in Piazzale San Francesco, 1 a Parma.

 

 

[aquerello di Giuseppina Vecchi]

 

 

Una lunga frequentazione di Giovanni Martinelli con due grandi poeti come Attilio Bertolucci (durata cinque anni tra Casarola, Tellaro e Roma) e, sia pure indirettamente (video di ricerca con materiali d’archivio), Pier Paolo Pasolini, lo ha portato infine ad esplorare, dapprima con video di poesia e poi con il Reading “ Vicini di casa”, il loro importante rapporto amicale. La riproposizione di quell’amicizia lunga e familiare nasce dall’idea semplice della coabitazione dei due nella Roma degli anni ’60, in Via Giacinto Carini al numero 45 nel quartiere di Monteverde Vecchio. Forse non dovuta al caso, ma alla semplice circostanza di legame che li avvicinerà sempre più, dall’uscita del primo romanzo di Pasolini “Ragazzi di vita”.

Spiccano al proposito nel lavoro preparato dall’Associazione Culturale La Musa i bellissimi versi di Pasolini tratti dalle “Ceneri di Gramsci” con riferimento alla notizia della denuncia per oscenità e al ritiro dell’opera attraverso lo stesso Bertolucci, che tanto si era speso per la pubblicazione presso Garzanti. “… Mi disse ansioso e mite la notizia. / Ma fu più umana, Attilio, l’amara ingiustizia / se prima di ferirmi è passata per te, / e il primo moto di dolore, che / fece sera del giorno, fu pel tuo dolore …” (Pasolini, 1957).

A dar voce a Pasolini e ai suoi versi Pier Giorgio Gallicani.

Invece Luisa Pecchi e Giovanni Martinelli, che esplorano da anni l’intreccio straordinario tra Bertolucci e il suo amato territorio parmense, scandagliano qui gli affetti familiari.

Al proposito potremmo citare il reading (e video) “ La rosa Bianca”, portata anche a Montebello, in Val Bratica, patria del padrino di Attilio, l’altro Attilio Tramalloni prete.

Da Sirio, attraverso Fuochi di novembre, Viaggio d’inverno e tante altre raccolte si avverte il movimento della vita del nostro grande poeta, le sue andate romane, ma anche i suoi amati ritorni alle terre che gli sanno suggerire il continuo passaggio tra realtà e sogno, da Baccanelli e poi a quella Casarola, resa mitica e favolosa, come dichiarerà Bernardo in un’intervista al regista Martinelli; “Casarola, il paese che tutti credon fola”. Una Casarola che addirittura tornerà anche nei versi pasoliniani di “Poesia in forma di rosa” e precisamente ne “la Guinea”.

Pier paolo si rivolge quasi in forma epistolare ad Attilio, di ritorno da un viaggio in Africa, confrontando geografie che sembrano inavvicinabili, ma entrambe sottoposte al grave peso della “negritudine” (riflessioni avviate da Pier Paolo con un saggio del 1955) e alla fine del mondo contadino, così legato all’universo bertolucciano. “… Camminando per questa poverissima via // di Casarola, destinata al buio, agli acri / crepuscoli dei cristiani inverni, ecco farsi, in quel pianto, sacri / i più comuni, i più inermi aspetti della vita … ” (Pasolini, 1964).

Ma è in Via Carini dove Pasolini, frequentando i Bertolucci, si accorge del giovane Bernardo quattordicenne. In una poesia, che sembra ambientata nel salotto di casa Bertolucci, durante un incontro tra amici, Pier Paolo gli dedica questi distici rimati. “Col sorriso confuso di chi la timidezza / e l’acerbità sopporta con allegrezza, / vieni tra gli amici adulti e fieramente / umile, ardentemente muto, siedi attento / alle nostre ironie, alle nostre passioni …” (Pasolini, A un ragazzo; 1956-57 poi in La religione del mio tempo).

Il suo rapporto con i Bertolucci, come confermano tra l’altro le affettuose cartoline inviategli da Attilio, Ninetta e Giuseppe durante ogni estate fino agli anni ’70 attesteranno un rapporto interrotto solo dalla morte. “Ti sono molto vicino, lo sono come quel giorno che Monteverde vecchia era così bella nel sole …” (A. Bertolucci, lettera del 1971).

Entrambe sanno cogliere l’essenzialità della vita, i colori, le gioie, i piaceri familiari e non, ma anche le paure e le angosce che riempiono “ le stanze della loro poesia”.

 

Per l’Associazione Culturale La Musa, G.M.

 

Opere citate:

 

Pasolini, Pier Paolo. 1957. Le ceneri di Gramsci, Milano: Garzanti

Pasolini, Pier Paolo. 1964. Poesia in forma di rosa, Milano: Garzanti

Pasolini, Pier Paolo. 1961. La religione del mio tempo, Milano: Garzanti

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