Angelus Novus – Quale clima? Vivere nell’Antropocene.

Brani tratti da opere di Gregory Bateson, omaggio a quarant’anni dalla scomparsa.

LA CASA DI VETRO

Otto brani tratti dai seguenti volumi di Gregory Bateson:
Verso un’ecologia della mente (1972); Mente e natura. Un’unità necessaria (1979); Dove gli angeli esitano. Verso un’epistemologia del sacro (con Mary Catherine Bateson, 1987); Una sacra unità. Nuovi passi verso un’ecologia della mente (a cura di R.D. Donaldson, 1991) (gli ultimi due postumi)

  1. Quelli che abitano in una casa di vetro, soprattutto se vi abitano con altri, dovrebbero pensarci bene prima di tirarsi dei sassi; e penso che sia opportuno ricordare a tutti gli occidentali che leggeranno [queste parole] che essi vivono in una casa di vetro insieme con la professione medica, con la religione cristiana, con la rivoluzione industriale e con il sistema educativo di cui gli altri sono un prodotto. In altre parole, noi tutti abbiamo in comune un groviglio di presupposizioni, molte delle
    quali hanno origini antiche. A mio parere, i nostri guai affondano le radici in questo groviglio di presupposizioni, molte delle quali sono insensate. Invece di puntare il dito contro questa o quella parte del nostro sistema globale (i dottori malvagi, gli industriali malvagi, i professori malvagi), dovremmo esaminare le basi e la natura del sistema.
  2. Fu solo verso la fine del 1969 che presi piena coscienza di ciò che ero venuto facendo. Durante la stesura [del testo di una] conferenza […], scoprii che nel mio lavoro sulle popolazioni primitive, sulla schizofrenia, o sulla simmetria biologica, e nella mia insoddisfazione per le teorie tradizionali dell’evoluzione e dell’apprendimento, avevo identificato un insieme di linee di traguardo o punti di riferimento sparsi qua e là, in base ai quali si poteva individuare un nuovo territorio scientifico. Questi punti di riferimento sono quelli che permettono di procedere nel cammino “verso un’ecologia della mente”.
  3. Quale trama connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei con l’ameba da una parte e con lo schizofrenico dall’altra? Siamo stati abituati a immaginare le trame ordinate, salvo quella della musica, come cose fisse. Ciò è più facile e comodo, ma naturalmente è una sciocchezza. In verità, il modo giusto per cominciare a pensare alla trama che connette è di pensarla in primo luogo (qualunque cosa ciò voglia dire) come una danza di parti interagenti e solo in secondo luogo vincolata da limitazioni fisiche [e biologiche] di vario genere.
  4. La mente individuale è immanente, ma non solo nel corpo: essa è immanente anche in canali e messaggi esterni al corpo, e vi è una più vasta Mente di cui la mente individuale è solo un sottosistema. Questa più vasta Mente è paragonabile a Dio, ed è forse ciò che alcuni intendono per “Dio”, ma essa è ancora immanente nel sistema sociale totale interconnesso e nell’ecologia planetaria.
  5. La coscienza finalizzata estrae, dalla mente totale, sequenze [lineari] che non hanno la struttura ad anello caratteristica della trama sistemica globale. Se si seguono i dettami “sensati” della coscienza [finalizzata], si diviene in realtà avidi e stolti: e per “stolto” intendo colui che non riconosce e non si fa guidare dalla consapevolezza che la creatura globale è sistemica. Ciò che mi dà pensiero è l’aggiunta della tecnica moderna al vecchio sistema: oggi i fini della coscienza sono realizzati da macchine sempre più possenti, dai mezzi di trasporto, dagli aerei, dalle armi, dalla medicina, dagli insetticidi, eccetera. La finalità cosciente ha ora il potere di turbare gli equilibri del corpo, della società e del mondo biologico intorno a noi.
  6. Sto cercando di studiare le leggi della comunicazione nella biosfera, nell’ipotesi che ciò contribuisca anche allo studio del tessuto delle regolarità vigenti in un sistema tanto diffuso e tanto determinante che ad esso si può persino applicare la parola “dio”. Dice una parabola che quando il dio ecologico abbassa lo sguardo e vede la specie umana
    peccare contro la sua ecologia (per avidità o perché prende delle scorciatoie o compie certi passi nell’ordine sbagliato) sospira, e involontariamente manda sulla terra l’inquinamento e la pioggia radioattiva. Non serve dirgli che la trasgressione era di poco conto, che ci dispiace, che non lo faremo più. Non serve fare sacrifici, tentare di placarlo con offerte: il dio ecologico è incorruttibile, e quindi non lo si può beffare.
  7. Responsabilità. E’ una parola che di solito non uso, ma qui la voglio usare con tutto il suo peso. Come si deve interpretare la responsabilità di coloro che si occupano dei sistemi viventi, della vasta ed eterogenea folla di entusiasti e di cinici, di generosi e di avidi? Tutti costoro, individualmente o collettivamente hanno la responsabilità di un sogno, che poi
    è il modo di porsi di fronte alla domanda: «Che cos’è un uomo, che può conoscere i sistemi viventi e agire su di essi, e che cosa sono
    questi sistemi, che possono essere conosciuti?»
  8. Nel 1978, quando aveva 74 anni, Gregory Bateson ultimò il manoscritto del volume Mente e Natura: un’unità necessaria. Gravemente ammalato, sapeva che sarebbe stato il suo ultimo libro. Compiute con l’aiuto delle figlia Mary Catherine le ultime correzioni, scrisse questi versi:
    Il manoscritto
    Eccolo dunque in parole
    preciso
    e se leggi fra le righe
    non troverai nulla
    perché questa è la disciplina che chiedo
    né più né meno.
    Non il mondo com’è
    né come dovrebbe essere…
    Solo la precisione
    Il nudo scheletro della verità.
    Non cerco l’emozione
    non insinuo implicazioni
    non evoco i fantasmi
    di vecchie credenze dimenticate.
    Queste son cose da predicatore
    da ipnotista, terapeuta e missionario.
    Essi verranno dopo di me
    e useranno quel poco che ho detto
    per tendere altre trappole
    a chi non saprà sopportare
    il solitario
    scheletro
    della verità.

 

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