Taggato: Chiesa

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Virgo et sacerdos. Desiderio femminile e sacerdozio tra XIX e XX secolo

Con uno sguardo reso più attento dall’attuale sensibilità sul tema, è possibile scorgere una complessità fin qui insospettata riconducibile a questo tema. Anche sulla base di più recenti ricerche, infatti, sono state individuate molteplici tracce di una via che potremmo definire di natura cultuale e mariologica al sacerdozio femminile, accanto e prima della via ‘rivendicativa’ ad esso: una via sicuramente meno nota – ma non meno affascinante – che si manifesta già dalla metà del secolo XIX (Gazzetta, 2020). Connessa ad un’elaborazione teologica plurisecolare e ad una riflessione spirituale sul ruolo della Vergine nella vita dei presbiteri, oltre che allo sviluppo otto-novecentesco del movimento mariano, questa linea cultuale faceva perno sulla figura della Madonna concepita e invocata come sacerdote. Per secoli il tema del sacerdozio di Maria, centrato sulla Sua funzione di mediazione nell’azione salvifica del Figlio, aveva interessato filosofi, teologi, religiosi e semplici credenti (Laurentin, 1952). Tra XIX e XX secolo esso divenne argomento di ricerca spirituale così sentito e profondo da dare origine a forme di devozione specifiche e addirittura da caratterizzare un’intera congregazione religiosa: la devozione alla «Vierge Prêtre o Virgo Sacerdos» si sviluppò in particolare nella famiglia delle Figlie del Cuore di Gesù, fondata nel 1872 dalla beata Maria Deluil-Martiny (1841-1884) e approvata definitivamente nel 1902 da Leone XIII. Secondo la lettura data dal nuovo ordine la Vergine ai piedi della Croce offre il sacrificio perfetto al Padre e immola se stessa con Cristo e ciò consente di dire che al Calvario sono due gli altari: quello del corpo del Figlio e quello del cuore di Maria.

di Liviana Gazzetta

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Tra cronaca, storia e fede, il profilo di una figura fondamentale del Medio Evo parmigiano: FRA SALIMBENE DE ADAM

Gli obbiettivi della ‘riforma gregoriana’ dell’XI secolo: lotta alla simonia (compravendita delle cariche ecclesiastiche), proibizione del concubinato di chierici e sacerdoti con donne e affermazione del potere pontificio con il Dictatus papae di Papa Gregorio VII (Pontefice dal 1073 al 1085) , vennero raggiunti solo parzialmente. La chiesa del 1200 rimaneva ancora per molti aspetti un’istituzione sotto scacco in crisi di consenso. Sono gli ordini mendicanti che oggi forse sarebbero definiti fondamentalisti: francescani (minori) e domenicani (predicatori) che riguadagnano alla fede le masse popolari, riuscendo a fare argine ai fermenti spirituali tesi alla ricerca delle radici del cristianesimo e che spesso si trasformano in eresie, in aperto contrasto con la Chiesa. Quest’ultima, con grande intuito, coglie favorevolmente la nascita di questi due ordini, affidandogli sempre più insistentemente la cura delle anime e la difesa della dottrina. Non è un caso se proprio in questi due ordini, sempre più istituzionalizzati, si formeranno i principali accusatori delle eresie dell’epoca. Ne è un esempio Fra Salimbene de Adam (1221-1288), francescano-parmigiano, principale detrattore dell’eretico apostolico Gherardo Segarelli.